parassiti, amore & marxismo

il lavandino era pieno di pidocchi il loro
corpo era adagiato come caduti in guerra

su un lato con le zampe raccolte in preghiera
uno sterminio di queste bestioline che ci ama

no i parassiti sono gli amici migliori non mento
no su quello che prendono sai quello che rendo

i vermi intestinali sono lì che fanno la loro vita
dentro di me – amore – non fosse per il prurito

potrebbero starci per sempre mi sopravvive
rebbero – ciechi amici di questo rapporto marx

la verità del dominio borghese è definitiva non
l’uguaglianza, non la libertà, non la fraternità

è roba bellissima ed è falsa, un alone sentimentale
una rivoluzione quello che conta davvero sono i succhi

che il parassita si prende per sé mi tira via dal
centro del corpo – amore – l’amore è economia

i parassiti sono nelle leggi della storia, quelle ke
agiscono indipendentemente dal fatto che le realizziamo

o meno non dobbiamo lottare per loro, succedono,
succedono e basta, dice il verme che si contorce dentro

di me e mastica e si riproduce pregando la mia carne
la mia merda di essere sempre per lui una razzia infinita

meme generazione

la mia generazione andava a scuola a piedi
aveva due libri soli ma bastavano per imparare

il rispetto l’educazione e l’eroina la mia genera
zione immaginaria gli bastava niente per gioca

re non aveva bisogno del cellulare la mia genera
zione andava a gruppi ti isolava la mia genera

zione ti chiudeva le vie di fuga ti soffocava
eravamo come delle bestie affamate come ora

la mia generazione aveva valori seri storie vere
goldrake mazinga zeta credevamo nella giustizia

nella lealtà nelle tette di tini cansino nelle luci
elettriche del drive in five nella sua lingua before

biforcuta la mia generazione immaginaria è nata
per restare come le pile dei walkman a cassetta

siamo le pile rimaste dentro la plastica sony per
decenni ad ossidare siamo verdi come la bile

siamo vecchi mostri che girano nei loro apparta
menti facendo i versi la mia generazione è arrivata

al momento che può solo ricordare e selezionare
e giustificare e soprassedere e odiare, soprattutto

come delle statue che divorano risorse e si sorrido
no annuendo fingendo di non stare anno dopo anno

[scomparendo

alla terra non frega di essere annientata

alla terra non frega di essere annientata
non è una madre di nessuna razza uma
la terra è un corpo immerso nello spazio
che non pensa e non soffre muta da 4

da quattro miliardi e mezzo di anni muta
il suo corpo il suo stato dentro di sé anni
entano e germinano cose storie ecosiste
mi biomi massi di pietre infinite ecce homo

ecco se l’uomo scavasse al centro della te
rra e vomitasse veleni e rabbia e scarti
dentro riempisse il nucleo della sua morte

la terra non ci serberebbe rancore non senti
rebbe nulla ci lascerebbe schiantare nel
vuoto cosmico per poi riprendere a vorticare

due appunti sui problemi del lusso

i.
lapoelkann va bene una messa
qui si fa l’italia o si muove
anche il lusso se fatto di fretta
non ti riempie la bocca d’amore

ii.
tommaso a cui trussardi ha fregato una emme
quando ieri hai scritto su facebook che ti
hanno fermato la cravatta e la faccia da tr
ussardi, dico i poliziotti, io simpatizzavo coi
poliziotti perché i poliziotti sono figli di tr
di poveracci e molto più mi dolgo per averti
per averti multato; tale è la natura del lusso
che può venire a noia come dice lapelkann
ti può far perdere il contatto con la realtà de
lla gente dove la gente è quella massa compa
tta che di te non gliene frega niente: tale è la
natura del like che ti entra dal naso e ti arriva
dritto alla parte di cervello che non si è bruci
ata per via della natura pericolosa del lusso:
tale è la tua natura aliena con la quale hai
iniziato l’invasione del pianeta terra disco
noscendo che anche noi – i terrestri – siamo
alieni in casa nostra e abbiamo poteri
spaziali come la riproduzione, la vita in am
biti ristretti, la disperazione: i laser e il com
plotto con cui stai conquistando il pianeta
non vale la nostra angoscia il nostro non
aspirare alla meta – se tu vedessi, trussardi,
il grande iperosso ancora pieno di carni
che teniamo in forma mostro in tinello
a cui ci addentiamo la sera per dormire
e per mangiare il suo odore di urina anima
le, non ti lamenteresti del ritardo del tuo pia
no di invadenza sociale, ma te ne staresti
sul poltroncino, coi pantaloni sbottonati
in bocca una specie di assaggio di quello
che la mia carogna ti darà in separata sede
te ne staresti, dicevo, a goderti il paes=
il paesaggio

queste immagini potrebbero urtare la vostra sensibilità

queste immagini potrebbero urtare
la vostra sensibilità le abbiamo

scelte apposta queste immagini per urtare
la vostra sensibilità che è già rimessa a posto

se urtata la vostra sensibilità potrebbe
ritornare in forme, rimettersi in piedi la vostra

la parte urtata va coperta con unguenti e
vitando di grattare con unghie o altri ungu

la vostra sensibilità è urtata dal capitale che dobbi
amo andare a fare nel migliore dei possibili

nel mondo oggi non esiste il capitale è un fantasma
che si aggirava per l’europa a forza di aggirare

del fantasma del capitale sono rimaste le catene
quello che urta la vostra sensibilità è la mia sopra

la mia sopravvivenza dicevo le cose che devo fare
per restare in questa epica vittoria dove sono vedete

mi vedete in questo screenshot dove faccio l’unpacking
dei miei organi interni tra cui la trachea, alcuni residui del cu

ore, milze in diverse tinte, cultura a pacchi, ricordi di
antichi prodotti commerciali che da bambino al sole

nella piazza nei pomeriggi di agosto guardavo sui carte
lloni metallici appesi fuori dell’ACLI a sbattere lenti a

marcirmi dentro l’anima come tute colorate, noccioline, gelati
gomma americana, bandierine e noi qui squadra nazionale

coi colori del cuore arcisupergrande l’iperosso che mi sta
a disossarmi le parti che ancora rimangono di me prima

della grande e felice macellazione;

non mangio più carne di cervo oggi

non mangio più carne di cervo oggi
chiuderò io le mie idee il mio marchio

registrato: mia zia in camera tiene libri
di donne che hanno parlato con dio e una tragedia

americana anni cinquanta baldini e castoldi
ho corso nell’acqua ho camminato in una inter

minabile galleria coperta di cose sui cui cadere
al buio l’eco delle voci di ragazze con le pale

tutto può cambiare: salendo per via xx settembre
le famiglie con i vestiti firmati l’innocenza

della forma: sotto questi marchi registrati
crolleranno le saracinesche per anni è successo

delle cose su cui facevamo tanto affidamento
resteranno le tessere fedeltà nel nostri porta

fogli: cammino come un marziano che guarda il cielo
e vede i segni dell’invasione, e non gli va: essere

invaso su questa parte del suo pianeta che è marte
rosso, secco, morto, privo di acqua e di risorse

ma con le piante di plastica, palme tropicali con
i tentacoli a reggere il cielo fatto di mondovisione

bottiglie in pacchi da sei in offerta speciale, normale
un gusto acrilico una stanchezza ferale: morale vedi

alla voce: mortale

sonetto per madonna laura (pausini)

laura che all’aura hai aperto l’ala
di pettirosso hai rattappato il peto
che dadavanti fluxxava tutto come
un blobbo invisibile che diceva “fica

ecco: dodicimilioni di ventimilaquattro
occhi hai trapassato per il cuore il mem
il membro tutto hai trapassato con il tuo
fiato gentile che veniva dal basso diceva:”

laura hai detto liberi tutto hai detto chi c’è
c’è e chi non c’è c’è hai detto date agli
affamati hai detto lasciate che venite in me

hai detto celo, manca, celo come tutte vobis
hai assunta in celo come tutte sei salita in celo
manca, a mostrar che sotto la panca la capra

{il mio collega ha le figlie con il nome da principe}

il mio collega ha le figlie con il nome da principe
sse francesi ma non riesce a pagare l’affitto: per

questo è uno sconfitto dalle bestie che gli stanno
attorno – tra cui lo scrivente – che a brani ne fanno

la sua condizione sociale: non mi fissa negli occhi
si fa scavare la carne costruita attorno alla parete

del cuore e sente un solo dolore, che non basta mai:
fa parte di un mondo perduto come il mio fatto di

gentilezze & cuciture: la tua bocca passata per ago
e filo come una cima alla carne della bocca mia così

ogni mio respiro entra detto gli anfratti tuoi riempie
e tu svuoti e riempi i miei: e questa aria tossica e

felice la chiamiamo così: civiltà o mondovisione: vedi
alla voce: croce: dio scendendo in questa valle di lac-

scendendo tra le bestie di cui al verso tre, dio dicevo,
lo capiamo nell’unico miracolo che possiamo rivedere

quello di carne ammazzata in modo cortese, le braccia ben
tese e tutto il popolo affamato ke ne aspetta il macinato:

che fame: il cibo è una bestia gentile finché non la vedi
come una polpa estranea che basta a placarti per sei sette

ore: un budello di roba calcata a farti la dose di bene
volenza – a gonfiarti l’addome fino a riempire anche il cu

ore di bravi pensieri: siamo indomabili e fieri: lo eravamo
anche ieri: (se mi dovessi suicidare – caro – lo farei

in maniera normale, continuando a vivere fino a sovrastare
il male:)

?

in occasione della vittoria del derby

oh sampdoriano che alzi la mano
al cielo e la stringi in pugno al compa
gno che in moto la sua alza e la stringe
passando – dolce è la vittoria grande l’onore

cui possono seguire rime in dolore o ciclomoto
genova stamattina vista dal cubitacolo sembra
normale la prole taceggia manda il suo odore
che appanna i vetri col silenziatore: vedi doria

no cortese con il braccio alzato che mandi vittoria
ti guardo e non ti vedo e metto una freccia e faccio
uno scatto repente e dico alla figlia non vale niente

dire fare baciare soffrire testamentare ecco la scuola
medio-elementare, ne sgancio due che vanno alla
tacco, alzo il mio pugno mi copro dal sogno

i meravigliosi anni sessanta

negli anni sessanta hanno aperto le porte
della cultura hanno fatto entrare i porci
e i cani hanno fatto i trentenni all’universi
tà hanno fatto avanguardia hanno fatto i best

iari

sellers, hanno fatto dei film tratti dal best
c’era allora un grande futuro che non c’è
stato lo hanno rimandato, e poi sedato bocci
ato, amore degli occhi che occhi hai, canta

va

lo stato andava cambiato colorato rinnovato ade
scalino dopo scalino si scese nel profondo del cuore
la squadra del cuore la merendina del cuore aldo nove
quello che da giovane non aveva mai provato urrà

saiwa

c’erano all’epoca dinosauri e comunisti con le palle dorate
io scrivo con peppa pig che parla, scusate il proletariato
dice cortellessa che oggi non c’è più la sperimentazione
animale non si fanno le vivisezioni del verso per ade scende

scalino

dopo scalino cosa vedi vedo niente è buio accendi lampa
da hai acceso una lampada dolce guarda vedi le scale che
vanno nel fondo scendi sei sceso alla base della scala guarda
vedi ade l’inferno laborinti e compulsioni, com’è che diceva

complessioni

strutturali diceva in questa cosa ecco l’inferno otto
bambini su dieci non assumono abbastanza ferro, latte
crescita mellin, dice peppa pig all’intellettuale prolet
che scrive diretto su facebook negli anni dieci noi faremo

un meraviglioso trapassato
[remoto