siamo precipitati tra gli dei

siamo precipitati tra gli dei
noi inchiodati tra gli scogli
satelliti che orbitano attorno
gravano sul pianeta pesano

accade: ci stacchiamo dalla pi
etra e con rombi e attriti
ci sfondiamo sul pianeta lo
facciamo a pezzi; poi ci guarda

no gli dei, gli abitatori ci dicono
mettiti la camicia nei pantaloni
aprono la bocca per sentire l’odo

re e regine stanno su un trono
ci danno superpoteri inutili; sono
gli dèi dei morti di sonno, noi io

[risaliamo risalgo tra i corpi cyano
magenta giallo nero incandescenti
in un respiro – gelido – infinito

come certi #2_studio

la cosa è una cosa molto normale la cosa è una cosa speciale la cosa è avere

l’uomo uscendo dal sagrato aveva in mano un suono aveva una voce dentro che

una voce dentro nella mano che gli diceva che nel mezzo del cammino della sua

aveva una voce nuova aveva una rima scritta all’incontrario l’uomo era

aveva in mano un abbecedario da cui partivano righe e forme estetiche prima

rie l’uomo era un tipo normale niente male aveva qualcosa nascosto dentro

l’uomo possiamo dirlo stava male aveva una cosa annodata dentro la gola l’u

omo camminava e pensava muoio così come dire piove e metteva la mano in avanti per sentire se cadevano le gocce della sua futura tentazione l’uomo

aveva le orecchie grosse da coniglio i denti sbrecciati aveva una infiltra

zione dalle parti del costato da cui entravano insetti e polveri mesme

rizzanti l’uomo aveva studiato roba ficosofica l’uomo aveva un cuore gusto

labbra composto di muscoli guasti che pompavano fuori da fori innaturali

un gracidare d’ossa le fiammelle elettriche del vaporizzare i suoi pensi

eri insaporiti dal macerare della carni cosa distingue una carogna da un

buon pasto? si chiede l’uomo e poi pensa l’appetito, amore mio, un buon

appetito e ottimi denti, l’uomo non li ha sono tutti spezzati come li ha spezzati, li ha spezzati serrando la bocca più forte, serrate le bocche se

rrate le porte, gridava e di notte stringeva e stridevano i denti che si

frantumavano facendo la farina dell’anima, chiusa tonda, buona la prima

l’uomo si è sdraiato per terra e ha iniziato a provare la rima, cosa fa

rima con amore, e si è messo lì a pensare al dolore che dal canto precedente

gli ha forato la parte centrale dell’animale, ovvero lo stomato suo sepolcra

le l’uomo si è alzato e sono passati tre anni l’uomo ne ha invecchiati dieci

come funghi sono usciti figli e ha perso pezzi di osso che gli hanno levato

chirurgicamente amputato nell’ampia produzione letteraria del nostro sono

rimasti alcuni frammenti che descrivono sessioni infermieristiche e tenta

tivi di coito a vuoto non c’è niente di male a essere normale a essere anima

le non c’è niente di male a ripetersi i cani lo fanno da millenni non c’è

niente di male a volere lasciare una traccia di quello che non si è stato

i cani lo fanno da sempre tirano prendono si grattano ti guardano con volto

i cani non hanno volto con un muso scuro i cani soffrono e muoiono con germi

che gli rovinano l’addome e non dicono una parola ti stanno a guardare come

dire non mi toccare l’uomo era nel mezzo del cammin della sua vita [1]e per la prima volta, {1. tra i quaranta e cinquanta a sentire la critica del verri} si rende conto che forse prima o poi davvero prima o dopo succede che lui morrà che tirerà le cuoia che gli si ingripperà il cordone ombelicale che da millenni [2] gli unisce la bocca e lo scroto e il ventriglio sinistro e quello destro e l’anale e pensa, dice, {2. iperbole, come per il cane ibidem.} vedi alla voce, dice, è meglio se aspetto ancora un pochino, sono quaranta-cinquanta anni che se lo dice, e lo dice ancora aspetto ancora un pochino, {scrollo ancora il testo e vedo cosa viene fuori}, e me ne sto buonino buonino che magari, dice, magari poi non scroto, non cropo, non stramazzo, se me ne sto tenerino tenerone magari poi sopravvivo in eterno, come certi portaceneri           

come certi

la cosa è una cosa molto normale la cosa è una cosa speciale la cosa è avere
l’uomo uscendo dal sagrato aveva in mano un suono aveva una voce dentro che
una voce dentro nella mano che gli diceva che nel mezzo del cammino della sua
aveva una voce nuova aveva una rima scritta all’incontrario l’uomo era
aveva in mano un abbecedario da cui partivano righe e forme estetiche prima
rie l’uomo era un tipo normale niente male aveva qualcosa nascosto dentro
l’uomo possiamo dirlo stava male aveva una cosa annodata dentro la gola l’u
omo camminava e pensava muoio così come dire piove e metteva la mano in
avanti per sentire se cadevano le gocce della sua futura tentazione l’uomo
aveva le orecchie grosse da coniglio i denti sbrecciati aveva una infiltra
zione dalle parti del costato da cui entravano insetti e polveri mesme
rizzanti l’uomo aveva studiato roba ficosofica l’uomo aveva un cuore gusto
labbra composto di muscoli guasti che pompavano fuori da fori innaturali
un gracidare d’ossa le fiammelle elettriche del vaporizzare i suoi pensi
eri insaporiti dal macerare della carni cosa distingue una carogna da un
buon pasto? si chiede l’uomo e poi pensa l’appetito, amore mio, un buon
appetito e ottimi denti, l’uomo non li ha sono tutti spezzati come li ha
spezzati, li ha spezzati serrando la bocca più forte, serrate le bocche se
rrate le porte, gridava e di notte stringeva e stridevano i denti che si
frantumavano facendo la farina dell’anima, chiusa tonda, buona la prima
l’uomo si è sdraiato per terra e ha iniziato a provare la rima, cosa fa
rima con amore, e si è messo lì a pensare al dolore che dal canto precedente
gli ha forato la parte centrale dell’animale, ovvero lo stomato suo sepolcra
le l’uomo si è alzato e sono passati tre anni l’uomo ne ha invecchiati dieci
come funghi sono usciti figli e ha perso pezzi di osso che gli hanno levato
chirurgicamente amputato nell’ampia produzione letteraria del nostro sono
rimasti alcuni frammenti che descrivono sessioni infermieristiche e tenta
tivi di coito a vuoto non c’è niente di male a essere normale a essere anima
le non c’è niente di male a ripetersi i cani lo fanno da millenni non c’è
niente di male a volere lasciare una traccia di quello che non si è stato
i cani lo fanno da sempre tirano prendono si grattano ti guardano con volto
i cani non hanno volto con un muso scuro i cani soffrono e muoiono con germi
che gli rovinano l’addome e non dicono una parola ti stanno a guardare come

dire non mi toccare l’uomo era nel mezzo del cammin della sua vita [1]e per la prima volta, {1. tra i quaranta e cinquanta a sentire la critica del verri} si rende conto che forse prima o poi davvero prima o dopo succede che lui morrà che tirerà le cuoia che gli si ingripperà il cordone ombelicale che da millenni [2] gli unisce la bocca e lo scroto e il ventriglio sinistro e quello destro e l’anale e pensa, dice, {2. iperbole, come per il cane ibidem.} vedi alla voce, dice, è meglio se aspetto ancora un pochino, sono quaranta-cinquanta anni che se lo dice, e lo dice ancora aspetto ancora un pochino, {scrollo ancora il testo e vedo cosa viene fuori}, e me ne sto buonino buonino che magari, dice, magari poi non scroto, non cropo, non stramazzo, se me ne sto tenerino tenerone magari poi sopravvivo in eterno, come certi portaceneri           

il mio pigiama ha i biscotti

il mio pigiama ha i biscotti
attaccati semi rinsecchiti
pezzi d’erba spinosa – amore –
i tuoi denti da latte anni ’90

il mio pigiama ha il tuo odore
– amore – e il mio sapore di
nosauro di milioni di anni fa
il mio pigiama – amore – ti

abbraccia anche solo a starci
vicino il mio pigiama di giorno
dorme tra le coperte e sogna

di io e te che ritorniamo di 
notte e di nascosto lo indossi
amo e ce lo strappiamo di dosso