due appunti sui problemi del lusso

i.
lapoelkann va bene una messa
qui si fa l’italia o si muove
anche il lusso se fatto di fretta
non ti riempie la bocca d’amore

ii.
tommaso a cui trussardi ha fregato una emme
quando ieri hai scritto su facebook che ti
hanno fermato la cravatta e la faccia da tr
ussardi, dico i poliziotti, io simpatizzavo coi
poliziotti perché i poliziotti sono figli di tr
di poveracci e molto più mi dolgo per averti
per averti multato; tale è la natura del lusso
che può venire a noia come dice lapelkann
ti può far perdere il contatto con la realtà de
lla gente dove la gente è quella massa compa
tta che di te non gliene frega niente: tale è la
natura del like che ti entra dal naso e ti arriva
dritto alla parte di cervello che non si è bruci
ata per via della natura pericolosa del lusso:
tale è la tua natura aliena con la quale hai
iniziato l’invasione del pianeta terra disco
noscendo che anche noi – i terrestri – siamo
alieni in casa nostra e abbiamo poteri
spaziali come la riproduzione, la vita in am
biti ristretti, la disperazione: i laser e il com
plotto con cui stai conquistando il pianeta
non vale la nostra angoscia il nostro non
aspirare alla meta – se tu vedessi, trussardi,
il grande iperosso ancora pieno di carni
che teniamo in forma mostro in tinello
a cui ci addentiamo la sera per dormire
e per mangiare il suo odore di urina anima
le, non ti lamenteresti del ritardo del tuo pia
no di invadenza sociale, ma te ne staresti
sul poltroncino, coi pantaloni sbottonati
in bocca una specie di assaggio di quello
che la mia carogna ti darà in separata sede
te ne staresti, dicevo, a goderti il paes=
il paesaggio

la forma delle cose

sono stato già qui in questo tempo in questo modo
in questo posto ho preso queste cose ho dato questo
ero in quel punto della strada con quella gamba solle
vata in quel modo quel mattino a quell’ora del giorno

ho rimesso tutte le cose che ero stato erano state nomi
nate del loro suono mi sono innamorato della loro forma
del loro marchio registrato mi sono sbucciato piccoli
pezzi della mia memoria: ne esce un succhino di suppura

ero in piedi con in mano quella cosa così molla parallele
pipeda con quelle macchie con quei ricordi tutti attacca
ti come tipo ragnatele che certi insetti applicano tra p
agina e pagina ed ero stato io quella cosa quando ero con

lei sdraiato la tenevo circa 45cm dalla testa a protegger
mi dal sole e a vedere le parole nere che formavano cose
che ero io che le prendevo in località 44°06′N 09°49′E
ero io e mi tenevo per mano in questo secondo tempo, ieri

così allora è – pensavo – ecco come vanno le rose – dicunt
la maturità un perfetto accumulo di fastidio e dolore, ecco
ora sono andato oltre, pensavo che facesse più male pensavo
che si sentisse un suono si vedesse una forma più piena più

ero in quel posto con quella cosa con quel pensiero nella te
sta che ero io e lo ero già stato in quel posto in altro te
mpo e quella cosa la rimettevo dove l’avevo presa, dove ero
già stato come ero stato dove me l’ero dimenticata dove non

poi sono arrivati quelli che sono stati che saranno sono sa
ltati dalla porta finestra mi sono saliti addosso al collo
sulle spalle tra le braccia sulle gambe hanno detto qualcosa
hanno sorriso di quello che non sono ancora mi hanno detto

mi hanno preso si sono scambiati mi hanno ripreso mi hanno
colpito mi hanno tolto la cosa si sono messi loro hanno ri
chiuso la mia mano, anche l’altra, sono scivolati si sono
appesi sono caduti sono scappati si sono ritirati come se

sono rimasto come ero prima a vedermi in quel posto con qu
ella cosa che ero già stato sono io ho pensato anche loro
mi sono mosso ho scelto come finire ho detto è finita ho pe
nsato come fare sono uscito davvero ho chiuso la porta fine.

[stra