l’invasione II canto

questa cosa che è successa era già successa decine e migliaia e anni ancora di anni fa
era già successo che io e te e tutti noi fossimo una cosa informe sotto alla sua potenza

era già successo con la fame con le forme della malattia era successo con la dominazione
era successo con l’ignoranza e la disperazione e la forza era successo con la storia

con la religione con lo stupro con la furbizia e la sottomissione, adesso succede ancora
con l’abbondanza e la consumazione accade con l’inedia con l’inappetenza accade con la paura

con il benessere accade oggi la tua invasione nella mia vita che è un simulacro della potenza
tua che sei così uguale a me ma infinitamente diverso perché non puoi essere ucciso se non da te

stesso e dai tuoi pari: comunque hai trionfato nel mio tempo e nella mia memoria e in quella
dei miei figli che ridono di te ma ti temono come si teme chi ha bevuto nella ciotola

prima di loro e prima di loro ha fatto l’acqua a sua somiglianza, la tua è quella di una cosa
informe come noi: questo è il pastone in cui siamo sprofondati questa è l’immagine in cui

non ci riconosciamo perché non siamo mai stati come lei: questi sono i supereroi che lottano
contro le tue astronavi e sono crollati nelle valli, nel mezzo degli svincoli autostradali

nervosi si cercano attorno e si prendono a morsi perché non vogliono fare la lega dei super
poteri: tu, loro, lo sapevate e avete introdotto nelle nostre bevande la critpomerda che ci

ha resi quello che siamo: delle rockstar invecchiate e con il collo ingrassato che mordono
e si fanno di cultura come delle bestie da soma che vanno di dose per non finire di schianto

nella classe sociale di sotto]

cosa farai amore del tuo corpo

cosa farai amore del tuo corpo
una volta diventato cadavere
non potrai certo vendere per sempre
cosa farai delle cattedrali che hai
costruito in valbisagno in cui
pensavi avremmo consumato per sempre
i nostri corpi alla luce della tua
offerta speciale della tua carne in
pachettata, amore, non penserai di
guadagnare all’infinito sopra esseri
come me, vedi, già finiti