queste immagini potrebbero urtare la vostra sensibilità

queste immagini potrebbero urtare
la vostra sensibilità le abbiamo

scelte apposta queste immagini per urtare
la vostra sensibilità che è già rimessa a posto

se urtata la vostra sensibilità potrebbe
ritornare in forme, rimettersi in piedi la vostra

la parte urtata va coperta con unguenti e
vitando di grattare con unghie o altri ungu

la vostra sensibilità è urtata dal capitale che dobbi
amo andare a fare nel migliore dei possibili

nel mondo oggi non esiste il capitale è un fantasma
che si aggirava per l’europa a forza di aggirare

del fantasma del capitale sono rimaste le catene
quello che urta la vostra sensibilità è la mia sopra

la mia sopravvivenza dicevo le cose che devo fare
per restare in questa epica vittoria dove sono vedete

mi vedete in questo screenshot dove faccio l’unpacking
dei miei organi interni tra cui la trachea, alcuni residui del cu

ore, milze in diverse tinte, cultura a pacchi, ricordi di
antichi prodotti commerciali che da bambino al sole

nella piazza nei pomeriggi di agosto guardavo sui carte
lloni metallici appesi fuori dell’ACLI a sbattere lenti a

marcirmi dentro l’anima come tute colorate, noccioline, gelati
gomma americana, bandierine e noi qui squadra nazionale

coi colori del cuore arcisupergrande l’iperosso che mi sta
a disossarmi le parti che ancora rimangono di me prima

della grande e felice macellazione;

Donald Datti io vorrei che tu Umberto Eco ed io andassimo

Donald Datti io vorrei che tu Umberto Eco ed io andassimo
su una barca di pagine fatta e che navigando prendessimo
largo su mare piatto e vuoto in ogni sua direzione (se ti chiedi
perché ti faccio queste parole, è prince che sta compilando
su questo piccolo processore cinese che calore manda alle
mie dita e ‘amore’ mi dice di aspettare che il goal soddisfi ~
tanto – mi dice – manda parole a chi nella tua piccola nave
cerca una rotta che non si può tracciare (una via, cantava (
dicevo, una barca di pagine fatta nella quale potessimo ad
un certo punto scavare all’interno, girando pagina su pagina
fino a trovare un pertugio che ci conducesse all’interno della
narrazione senza passare per il mare che – sotto – ci sovra
sterebbe (questa donald è la parte che ci è concessa della le
tteratura (dico aprire cose ed entrare in questo infinitamente
grande che vive appoggiato al mondo reale e per quanto tu
vada vorticosamente girando pagine non arrivi mai al vuoto
nel quale precipitevolissimevolmente finiresti ovvero – caro –
alla parete in cartongesso dietro alla quale senti gente che
parla (rumore di sciacquoni lontani (il rumore di femmine che
compitano (bambini che urlano e voci che li scacciano via (
nel tunnel sotto alla nostra barca non sentiremmo la rabbia
della tempesta che via rovinerebbe il nostro vascello lascia
ndoci per sempre sotto a scavare nuovi fori tra le pagine a
cercare una via di uscita che non sia una fine qualunque in
terza di copertina(